Fresh Chocolate!
Hai voglia di uno snack goloso, sano e fresco?
Ecco una fantastica idea che piacerà a grandi e piccoli. Ideale per la merenda ma anche per concludere una cena con gli amici, soprattutto d’estate.
Per realizzarla ti servono:
– mini forchette di legno
– la tua frutta preferita
Per il cioccolato ti consigliamo i sacchetti di gocce Pacari da 200 g: biologico e di altissima qualità. Puoi sceglierlo nella versione con il 60% di cacao o con il 70% RAW.
Per i veri salutisti è disponibile anche il 100% RAW (senza zucchero).
Tieni presente che per coprire 5 fettine di kiwi, come nella foto, sono necessari circa 20-30 g di cioccolato.
Questa merenda corrisponde a circa 180-240 calorie.
Come presentarlo agli ospiti:
Puoi preparare prima le fettine ricoperte, far rapprendere il cioccolato e creare successivamente una composizione sul piatto di portata.
In alternativa puoi fondere in una ciotola il cioccolato, metterla nel mezzo del piatto di portata e sui bordi preparare la frutta con le forchettine già pronte, in modo che ogni ospite possa intingere la frutta a piacimento.
Consigli per sciogliere il cioccolato:
A bagnomaria, senza far toccare l’acqua al contenitore superiore e prestando attenzione a non far cadere l’acqua nel cioccolato.
In microonde, controllando man mano lo stato del cioccolato: non impostare più di 20-30 secondi per volta altrimenti rischierai di bruciarlo. Quando è semi sciolto, diminuisci a massimo 10 secondi per volta.
Enjoy!
Vuoi altre idee gustose? Prova la Mousse al cioccolato!
Lorena Laurenti
Leggere fa bene alla salute… soprattutto nel mondo del cioccolato
L’altro giorno, su un social network, mi è passata davanti l’ennesima sponsorizzazione di una azienda produttrice di cioccolato cosiddetto industriale. A caratteri cubitali si esaltavano la qualità e la naturalezza del prodotto e, in calce, centinaia di persone avevano commentato in modo entusiastico: circa 7000 mi piace in una giornata e più di 200 commenti.
Sono allora andata su alcuni siti aziendali e ho cercato gli ingredienti di questo e di altri prodotti simili. Per lo più si parla di cioccolato finissimo al latte, che non supera il 30-34%, composto da: zucchero, burro di cacao, latte intero in polvere, pasta di cacao, lecitina di soia e vanillina (una aldeide aromatica contenuta nella vaniglia e in altri vegetali spesso ormai prodotta sinteticamente); in più zucchero, olio di palma, altri grassi e altri aromi artificiali ecc. La percentuale vera di cacao nella maggior parte dei casi non viene nemmeno specificata.
7000 italiani, su questo social network, sono convinti che questo sia il “vero” cioccolato e il più “buono” in commercio. Nel mondo reale, al di fuori della “rete” Internet, sicuramente sono anche molti di più, convinti di dare ai loro figli un’ottima merenda ogni giorno. Un prodotto composto da grassi, zuccheri, elementi chimici e con una bassa percentuale di cacao, spesso di qualità scadente.
Premesso che ognuno è libero di mangiare ciò che preferisce, dobbiamo però essere consci di come ci alimentiamo.
Questi dati la dicono lunga sull’idea di qualità nel mondo del cioccolato. In realtà, in un buon cioccolato fondente le voci negli ingredienti sono al massimo quattro o cinque: massa di cacao, burro di cacao, zucchero, un eventuale emulsionante naturale, come la lecitina di soia o girasole, e aromi naturali come la vaniglia. Niente altro. Mi è capitato di assaggiare tavolette con solo tre ingredienti, ad esempio la linea fondente di Marou o addirittura con due soli ingredienti, come alcune tavolette di Cacaosuyo: massa (ovvero ciò che si ottiene dalla lavorazione delle fave, semi di cacao) e zucchero.
Allora perché non scegliere un prodotto salutare? Semplice, la gente non legge.
Quando faccio la spesa e mi appresto a comprare un nuovo prodotto, controllo sempre gli ingredienti e la tabella nutrizionale. Sia confrontandomi con la mia famiglia, sia guardandomi attorno al supermercato, mi sono resa conto che non è un’abitudine comune. Le persone si soffermano sulle scritte in grande, su quello che promette l’azienda con elaborate tecniche di marketing; non leggono le scritte in piccolo e non confrontano i prezzi/grammi. Così si ritrovano ad acquistare tavolette di cioccolato di pessima qualità, magari attirati soltanto dall’offerta… credendo siano il meglio del mercato.
Leggere, invece, in questo caso fa proprio bene alla salute! Controllate sempre gli ingredienti e non lasciatevi ingannare da sostanze che ricordano il prodotto naturale, ma che in realtà di naturale non hanno nulla, come la vanillina citata sopra. Optate per cioccolato ad alta percentuale (minimo 60% per il fondente), anche per quello al latte (minimo 40%), e per le aziende che garantiscono il rispetto per l’ambiente e le persone in ogni fase di lavorazione.
Infine, un po’ come si fa per il vino, fatevi due conti mentali: se la tavoletta costa meno di 1 euro e comprende: le lavorazioni, i costi aziendali, il packaging e la distribuzione… che qualità avranno gli ingredienti usati per produrla?
Leggete di più e comprate responsabilmente.
Uova di Pasqua e Ovetti per ogni occasione
Vi hanno sempre affascinato le uova decorate in pasticceria? Vorreste delle uova di Pasqua con cioccolato di alta qualità ma senza spendere una fortuna? Perché non provare a farvele in casa?
Ecco una guida passo a passo per realizzare delle bellissime uova o ovetti fai da te!
Cosa vi serve:
– Stampo
– Materia prima
Queste sono le due cose principali. Per quanto riguarda lo stampo avete due strade: se non siete molto pratici vi conviene iniziare con uno stampo in silicone, in modo da saltare tutta la parte della lavorazione sul piano di marmo. Se invece avete già una discreta manualità, optate per gli stampi rigidi in policarbonato. Nel secondo caso potrete anche divertirvi a decorare le uova prima di estrarle.
Esistono stampi di ogni formato, dal più piccolo al più grande, vi consiglio comunque di iniziare da un formato al massimo da 130/150 g (per mezzo guscio) in modo da fare un po’ di pratica.
Per la materia prima potete provare le gocce Bio di Pacari (Ecuador) al 60% o al 70% nel pratico formato da 200 g.
Proseguiamo con le varie fasi:
1 – Sciogliere il cioccolato: il metodo più sicuro è a bagno maria, stando attenti che il pentolino non tocchi l’acqua sotto e che nessuna goccia tocchi il cioccolato (perciò attenzione anche ad asciugare bene la condensa quando toglierete il tegame dal fuoco!). Il secondo metodo è il microonde, in cui però bisogna prestare molta attenzione alla temperatura. Se portate il cioccolato a temperature troppo alte, rischierete di rovinarlo irrimediabilmente. Se usate il microonde impostate al massimo 20/30 sec per volta, verificando man mano la temperatura e mescolando spesso.
2 – Temperaggio: significa portare il cioccolato alla temperatura ideale perché risulti lucido e con un giusto punto di rottura alla fine. Se avete uno stampo di silicone sarà sufficiente raggiungere la temperatura ideale prima di usare il cioccolato, se invece avete lo stampo in policarbonato dovrete seguire con attenzione questi step.
– Sciogliete il cioccolato e attendete che arrivi a circa 50° (cercate di essere il più precisi possibile). Indispensabile un termometro da cucina.
– Versate tre quarti del cioccolato su un piano di marmo e lavoratelo con una spatola per farlo scendere velocemente di temperatura (deve arrivare a circa 26/27°).
– Rimettete il cioccolato temperato nella ciotola e mescolatelo con quello iniziale; in questo modo dovreste ottenere una temperatura di circa 30°. Se è ancora troppo caldo, ripetete l’operazione sulla piana.
Questa manovra è indispensabile per far sì che il cioccolato si stacchi senza problemi dallo stampo in policarbonato. Se invece avete lo stampo in silicone, potete saltare la parte della “spatolatura” e versarlo a circa 30°.
A questo punto il vostro cioccolato è pronto per essere usato. Se lo stampo è grande serviranno due passaggi, se invece gli ovetti sono molto piccoli è probabile ne basti uno. In linea generale dovresti riuscire a creare uno spessore di almeno 2/3 mm.
Lavorando a casa e gestendo piccole quantità di cioccolato, non riuscirete a colmare lo stampo fino al bordo (come si vede spesso nei video tutorial in cui i cioccolatieri riempiono i mezzi gusci direttamente dalla temperatrice), sarà sufficiente inserire una quantità di cioccolato tale da poter ricoprire ogni parte roteando lo stampo. Se volete un lavoro fine, non usate spatole o pennelli per questa operazione, piuttosto, se il cioccolato è particolarmente denso (capita soprattutto se è un cioccolato al latte), aggiungete un pezzetto di burro di cacao per renderlo più liquido.
Steso il primo strato date dei piccoli colpetti allo stampo contro il piano di lavoro in modo che scoppino eventuali bolle d’aria, poi capovolgete lo stampo in modo che fuoriesca il cioccolato in eccesso (che recupererete). Prima che il cioccolato si secchi, con la spatola rimuovete bene i bordi che fuoriescono dallo stampo, in modo che il margine dell’uovo sia il più preciso possibile.
Lasciate rapprendere per 15/20 minuti e procedete con la seconda colata cercando di passare uno strato sufficiente lungo i bordi. Anche in questo caso pulite bene i margini, dopodiché lasciate cristallizzare per almeno un paio d’ore. Se avete lo stampo in policarbonato sarà semplice vedere quando l’uovo è pronto perché noterete il “distaccamento” in trasparenza. Allora basterà capovolgere e dare un lieve colpetto per fare uscire la forma.
Se non siete stati precisi sulle temperature potrebbe fare fatica a uscire. Qualche colpetto in più allo stampo vi darà una mano. Mai usare arnesi di metallo o appuntiti sullo stampo poiché si righerà irrimediabilmente! A mali estremi, per recuperare il cioccolato riscaldate lo stampo e aiutatevi con una spatola di silicone, ma attenzione alle temperature.
Se avete seguito con impegno tutte le fasi avrete due bei gusci lucidi. Per unirli sarà sufficiente scaldare una piastra da forno a circa 50° e appoggiarli per qualche secondo. Il cioccolato sui bordi si scioglierà e potrete attaccare perfettamente le parti. Vi consiglio di usare guanti di cotone in tutta l’operazione per non lasciare antiestetiche ditate sulla superficie.
Decorazioni:
Prima o dopo? Lo stampo in policarbonato permette di farle prima. È sufficiente avere del cioccolato bianco o del burro di cacao per ottenere simpatici effetti a contrasto con il cioccolato scuro. Potete anche osare con dei coloranti alimentari in polvere, da miscelare sempre al burro o al cioccolato bianco.
Date libero sfogo alla vostra fantasia usando pennelli o uno spazzolino (da tenere solo per la cucina). Io procedo così: uso piccoli recipienti in cui sciolgo un pezzetto di burro o cioccolato a cui unisco i coloranti, in modo da potermi sbizzarrire con varie tonalità. L’oro conferisce sempre un bel tocco. Se il colore avanza, lo conservo in frigo per l’occasione successiva.
Una volta decorato il policarbonato, fate ben asciugare (tranquillamente in frigo) le decorazioni prima di colare il cioccolato. Se non saranno ben asciutte, potrebbero “sciogliersi” nella fase successiva.
Se avete usato lo stampo di silicone potete decorare l’uovo dopo, ad esempio spruzzando con uno spazzolino delle gocce di vari colori. Esistono in commercio anche spray alimentari colorati, a effetto “velluto”, molto di moda quest’anno, o metallizzati. Il limite è la fantasia!
Il tocco in più:
Vi piace la frutta secca? Potete attaccarla all’interno, prima che il cioccolato si rapprenda, oppure potete tritarla grossolanamente e unirla al cioccolato quando lo colate, in questo caso vedrete i pezzettini in superficie.
Buon cioccolato a tutti e buona Pasqua!
Lorena Laurenti
Vi è piaciuta questa ricetta? Seguiteci anche sul nostro gruppo di Facebook “La Biblioteca del Cioccolato” dove potremo rispondere a tutte le vostre domande!
Quanto vale la qualità?
Da quando ho iniziato ad apprezzare il cioccolato di alta qualità la mia vita è cambiata. Ero una forte consumatrice di barrette al latte e creme spalmabili industriali e il passaggio non è stato semplice. Lo ammetto, all’inizio l’idea di pagare 4,50 € o più per una barretta da 50 g, che per me significava lo spuntino di una mezz’ora, e per di più fondente, era folle: non potevo certamente permettermi di spendere così tanto!
Una mia amica, ora anche collega, ha iniziato a viziarmi con le tavolette con inclusioni di frutta di Pacari. Me le regalava a ogni occasione con l’intento di farmi apprezzare il cioccolato di livello superiore. Una delle prime, lo ricordo come fosse oggi, è stata la barretta Cherry 60% cioccolato Ecuador con l’inclusione di ciliegie. Sicuramente una tra le più “dolci” di Pacari. L’aveva scelta per rendere meno “traumatico” il passaggio dalle mie terribili abitudini. Beh, l’ho finita in un attimo e ne volevo ancora. Ammetto però che per smettere definitivamente di acquistare cioccolato industriale è servito un po’ più di tempo.
Ho iniziato a “mangiare responsabilmente” il cioccolato da circa un anno e mezzo, ovvero da quando ho capito cos’è davvero il cioccolato di qualità e che differenza c’è con quello industrializzato.
Quando oggi mi capita di assaggiare dolci preparati da amiche, puntualizzano: “Ma guarda che l’ho fatto con il cioccolato da supermercato, eh! Non criticare.” È accaduto proprio ieri sera, mi hanno offerto dei brownie secondo me rovinati dalla qualità scadente del cioccolato. Ho chiesto alla cuoca come mai non optasse per un prodotto di qualità superiore e la risposta è stata incerta per concludersi con un “sarebbe sprecato in un dolce”. Buffo a sentirsi poiché lo pensavo anch’io tempo fa.
Mi ha fatto cambiare idea la conoscenza approfondita del mondo del cacao. Capire cosa significa coltivare in modo sostenibile e non con alberi o persone “sfruttate” o addirittura con colture modificate geneticamente per produrre di più, comprendere il processo di fermentazione ed essiccazione fatto con criterio, in un ambiente “sano” e le lavorazioni successive con il minimo “stress” delle fave. Tutto questo fa la differenza e si sente nel gusto.
Se per preparare la nostra torta scegliamo le uova di galline allevate a terra, il latte bio e la frutta di un certo tipo, perché ci accontentiamo di un cioccolato di qualità scadente, privo di aromi e in cui prevale solo un gusto amaro? La mia risposta alla cuoca, ieri, è stata: “Perché devi tenere alla tua salute e alla qualità di quello che mangi.” È rimasta basita.
Ripenso a quella me di due anni fa, che trangugiava quantità spropositate di barrette al latte industriali, e guardo come mangio oggi: un pezzetto per volta, non una barretta per volta, e facendolo sciogliere lentamente il cioccolato, in modo da assaporare tutti gli aromi. Perché la qualità va gustata piano.
Sono cambiata in meglio e la mia salute non può che ringraziare.
Lorena
Giornata Internazionale delle Donne Rurali
Dal 2007, il 15 ottobre è la Giornata Internazionale delle Donne Rurali grazie alla risoluzione 62/136 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha voluto evidenziare “il ruolo chiave delle donne rurali nel promuovere lo sviluppo rurale e agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e allo sradicamento della povertà rurale”.
Non è un caso che sia nella stessa settimana in cui le Nazioni Unite celebrano il 16 ottobre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione e il 17 ottobre la Giornata Internazionale per lo Sradicamento della Povertà.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite vuole promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne rurali, perché possano accedere al controllo delle terre e partecipare alla formulazione delle leggi e dei programmi su tutte le questioni che le riguardano.
Le donne rurali hanno un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle società in cui vivono e per la produzione del cibo, ma devono affrontare quotidianamente discriminazioni e sono costrette spesso a vivere in condizioni durissime, invece di essere valorizzate come motore di ricchezza.
È necessario un serio investimento nella formazione di queste donne che potrebbero diventare le prime promotrici della produzione di cibo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Dare un volto e una voce a queste donne diventa oggi più che mai di fondamentale importanza perché è chiaro che solo una agricoltura attenta all’ecosistema in cui è integrata sia la speranza per un futuro in cui tutti possano avere accesso al giusto sostentamento alimentare.
La notte di San Lorenzo tra mito e leggende
Il 10 agosto si celebra San Lorenzo, la magica notte delle stelle cadenti, ma ben pochi conoscono la storia recondita legata a questa ricorrenza.
Anzitutto di San Lorenzo abbiamo ben pochi dati storici. Nato in Spagna nel 255, durante la dominazione romana, venne educato alla fede cristiana. Seguì gli studi teologici guidato dal futuro Papa Sisto II, diventando presto un arcidiacono dedito alla carità per le persone bisognose e per le vedove.
Purtroppo questo atteggiamento misericordioso non verrà visto positivamente dall’imperatore Valeriano che, nel 258, deciderà di condannarlo al martirio. Il sovrano ritenendo infatti che l’operato di Lorenzo offuschi il suo impegno per il controllo dell’impero, emana un editto per mettere a morte tutti i presbiteri, i vescovi e i diaconi. Lorenzo venne ucciso il 10 agosto 258, bruciato su una graticola, e molte voci riportano che venne prima sottoposto a torture di ogni sorta. Divenne Santo intorno al V secolo dopo Cristo, quando Costantino e Sisto III ricordarono la sua opera.
Il 10 agosto viene ricordata come la notte delle stelle cadenti, anche se la Chiesa commemora il martirio del Santo, perché gli astri rappresenterebbero le lacrime versate da Lorenzo durante il martirio. Secondo alcune credenze, i cori religiosi servivano per rendergli onore mentre veniva torturato, in modo da alleviare le sue pene.
Nel tempo questa notte ha assunto significati diversi. È consuetudine andare in un luogo aperto per poter osservare il cielo e, secondo una credenza popolare, esprimere dei desideri.
In alcuni paesi c’è l’usanza di saltare non appena si distingue una stella cadente: per afferrarla al volo e far sì che il desiderio si avveri.
Dal punto di vista scientifico le stelle cadenti sono uno sciame meteorico. Il picco di visibilità quest’anno non sarà il 10, bensì tra il 12 e il 13 agosto, per cui non disperate in caso di maltempo, avrete a disposizione più giorni!
Che vogliate vivere questa notte ricordando il Santo o, semplicemente, godendovi lo spettacolo notturno, vi auguriamo che possiate vivere uno splendido momento… e che qualunque desiderio espresso possa avverarsi!
Tanabata Matsuri
Il Tanabata Matsuri è una festa tradizionale giapponese derivata a sua volta da un festival cinese (Qīxī, festa per pregare per le abilità). Si festeggia il 7 luglio e celebra il ricongiungimento delle divinità Orihime, abile tessitrice, e Hikoboshi, esperto mandriano, rappresentanti le stelle Vega e Altair. Secondo la leggenda, i due, da sempre ottimi lavoratori, iniziarono a trascurare le rispettive mansioni dal momento in cui si innamorarono follemente, recando così danno agli altri dei. Tentei, il sovrano di tutti gli dei nonché padre di Orihime, per punirli li divise rendendo impetuoso il fiume Ama no Gawa (Via Lattea), in modo che non potessero attraversarlo per raggiungere l’altra sponda. Però i due soffrivano talmente tanto per il distacco da trascurare comunque i rispettivi lavori. Così gli dei, mossi a pietà, decisero di farli incontrare una volta all’anno: “Se deciderete di ritornare a occuparvi delle vostre attività come un tempo, rispettando i vostri doveri, rimarrete divisi dalle sponde del Fiume Celeste per un anno intero, però, vi sarà consentito di potervi incontrare una volta soltanto, nella notte del settimo giorno del settimo mese dell’anno”.
In occasione del Tanabata in Giappone è comune scrivere i propri desideri su strisce di carta (tanzaku) e legarle poi ai rami di bambù. Questi simboleggiano i fili di seta intrecciati da Orihime. Inoltre si decorano i rami con origami a forma di gru, simbolo di salute e lunga vita, e “stelle filanti” colorate (fukinagashi).
Si crede che i desideri espressi in questa notte magica raggiungano gli dei e si possano realizzare. Proprio per questa ragione allo scoccare della mezzanotte è usanza bruciare i tanzaku, in modo che il fumo possa salire fino al cielo, oppure affidarli a un corso d’acqua.
In questo giorno così particolare, Aruntam Native Joyfood si augura che tutti i vostri desideri si possano avverare!
Lorena Laurenti
Frappè al cioccolato fondente
Il caldo vi sfinisce?
Volete un super drink energizzante e buonissimo?
Provate questo frappè casalingo con il favoloso cioccolato alla Menta Andina Bio di Pacari!
Ricetta per 2 bicchieri
Ingredienti:
– 1 tavoletta Pacari Menta Andina Bio
– 100 ml di latte
– 4 palline di gelato al fior di latte
Preparazione:
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato unendo poco per volta il latte: una parte mentre il cioccolato si fonde e una parte una volta tolto dal fuoco, in modo che il composto alla fine risulti tiepido e non bollente. Otterrete una crema liscia e cremosa.
Inserite nel robot il gelato e il cioccolato fuso, poi frullate fino a quando non sarà diventato spumoso.
Servite subito. Potete decorare il frappè con delle foglie di menta fresca.
Mousse al cioccolato
Vi serve un dessert facile da fare all’ultimo minuto?
Volete una ricetta dolce che conservi tutti gli aromi del vostro cioccolato preferito?
Non avete voglia di usare mille ingredienti?
Bene! La mousse al cioccolato di Lorena è la ricetta perfetta per voi: 3 ingredienti e 10 minuti di preparazione!
Ricetta per 3/4 porzioni.
Ingredienti:
– 100 grammi di cioccolato fondente minimo 60% come Marou Vietnam Lam Dong 74%
– 1 cucchiaio di zucchero di canna (a piacere potete toglierlo o aggiungerne di più)
– 250 ml di panna fresca
Preparazione:
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato unito a circa 100 ml di panna e allo zucchero.
Quando sarà liscio e cremoso, toglietelo dal fuoco.
A parte montate a neve ferma il resto della panna.
Incorporate il cioccolato alla panna poco alla volta, in modo che il calore non la faccia smontare.
Distribuite il composto in 3/4 stampini e lasciate raffreddare in frigo per almeno 2 ore.
Potete decorare la mousse con della granella di cioccolato o della frutta fresca.
Suggerimento:
Se volete una mousse freschissima, provate a usare il cioccolato Pacari Ecuador Menta Andina Bio e decorate con delle foglioline di menta fresca.
Gelatini al cioccolato fai da te!
Presentiamo oggi una fantastica idea per l’estate di Lorena.
Chi lo ha detto che il cioccolato d’estate non si mangia più? In realtà grazie ai suoi antiossidanti è l’ideale per la stagione calda. Allora eccovi un’idea freschissima e velocissima per far felici grandi e piccini! Questi “gelatini” golosi e ipocalorici (meno di 150 calorie a porzione) non potranno più mancare nel vostro frigo!
Ricetta per 4 gelatini.
Ingredienti:
80 grammi di cioccolato (si possono usare delle gocce come quelle al 60% o 70% di Pacari o delle tavolette con una gradazione minima al 60%)
1 vasetto da 125 ml di yogurt bianco magro
4 cucchiaini di zucchero di canna (se si desidera un gusto più dolce)
Preparazione:
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato unito a un goccio d’acqua e allo zucchero.
Quando sarà liscio e cremoso, toglietelo dal fuoco e, continuando a mescolare, aggiungete poco a poco lo yogurt. Otterrete una crema senza grumi.
Distribuite il composto in 4 stampini e lasciate in freezer per una notte.
Una volta congelati, potrete gustare i vostri gelatini!
L’idea originale?
Provate a sciogliere, al posto delle gocce, le tavolette Pacari con inclusioni alla Ciliegia Bio, Passion Fruit Bio, Mirtillo Nero Bio, Mirtillo Rosso Bio o Fico Bio o quello che vi ispira la fantasia.
Avrete un gusto diverso ogni giorno con i Native Joyfood!